Il teatro è un metodo di studio formidabile. Attraverso le arti, il gioco, la comicità, la scrittura, il confronto ed il lavoro fisico si riesce a crescere come individui e come cittadini. Fare teatro significa confrontarsi con se stessi, con la propria interiorità, col passato e col futuro, con le proprie abilità e consapevolezze, e con i propri limiti. Lavorare sulla scena impone anche di affrontare le dinamiche del gruppo, la relazione con l'altro, con ciò che è simile e ciò che è diverso da noi. In questo senso è possibile immaginare il teatro come un laboratorio umano e civile, un luogo in cui analizzare questioni grandi, di fondamentale importanza, ma come se fosse un gioco.
Un laboratorio teatrale può dimostrarsi un'occasione di crescita e scambio, solo se ha come obiettivo quello di dare voce ai ragazzi, fornendo loro degli strumenti tecnici e un modo di pensare critico. Il teatro è una relazione nel presente tra chi agisce e chi guarda. E chi agisce ha il compito di trasmettere qualcosa a chi guarda, qualcosa che parli di lui, del suo tempo, del suo stare al mondo. Il laboratorio teatrale non ha lo scopo di creare attori o performer, ma piuttosto quello di formare cittadini responsabili, critici, attivi; potremmo dire attori civili, che imparino a guardare al proprio tempo e al proprio agire con consapevolezza e disponibilità.
Foto di Estelo Anghilante e Matteo Mascella.